La cattedrale del Santo Sepolcro è il principale luogo di culto della città di Acquapendente e concattedrale della diocesi di Viterbo. È dedicata al Santo Sepolcro perché vi è conservata una pietra macchiata di sangue che secondo la tradizione proveniente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme.
La cattedrale di Acquapendente è stata edificata nel X secolo ed è legata ad una leggenda secondo cui Matilde di Westfalia (895-968 d.c.), madre dell’imperatore Ottone Primo, mentre era in cammino verso Roma per costruire una chiesa dedicata al Santo Sepolcro di Gerusalemme, fu costretta a fermarsi ad Acquapendente perché i muli carichi dell’oro necessario per la costruzione, si bloccarono e non vollero più ripartire. Durante la notte la regina fece un sogno che le rivelò che quello doveva essere il luogo nel quale edificare la chiesa.
La basilica è a tre navate divise da pilastri, con transetto e abside sopraelevati, al di sotto dei quali si estende la cripta in stile romanico dell’XI secolo, articolata in trentaquattro campate coperte da volte a crociera impostate su ventiquattro colonne. Nella cripta si trova il sacello contenente la reliquia del Santo Sepolcro, una struttura che riproduce in miniatura la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Sono presenti anche due bassorilievi accreditati ad Agostino di Duccio: L’Angelo e Vittoria di San Michele sul drago e Tobiolo. Nel periodo medioevale, la basilica era frequentata da pellegrini e da crociati, essendo situata sulla Via Francigena diretta a Roma. Ha assunto il titolo di cattedrale dal 1649 ed è stata oggetto nel corso dei secoli di numerosi interventi di abbellimento. La facciata dell’edificio è frutto di lavori di restauro promossi nel 1746 da papa Benedetto XIV, lavori che interessarono anche l’interno.