Sul colle denominato Poggio del Massaro, è situato il monastero e la chiesa di Santa Chiara. Il 27 maggio 1333 l’autorità pontificia concesse al Ministro Provinciale di Roma, frà Tommaso di Acquapendente, la possibilità di costruire il monastero per destinarlo a sede della comunità delle Clarisse.
LA STORIA
I frati minori erano già presenti ad Acquapendente, vivente il Serafico Padre San Francesco, che secondo la storia, al suo passaggio da queste parti, qui lasciò i suoi confratelli, in un povero conventino presso il fiume Paglia, finché nell’anno 1255 fu loro concessa la Chiesa detta di S. Maria del Borgo, a cui in seguito fu aggiunto il titolo di San Francesco. Nel convento annesso alla Chiesa, fin dagli inizi a detta del Tossignano e di altri storici, fiorirono religiosi insigni, maestri di eloquenza. Tra essi, spicca il Padre Tommaso da Acquapendente, Ministro Provinciale della Provincia Romana e Penitenziere Apostolico sotto il Pontificato di S.S. Giovanni XXII. Anche la presenza dei terziari appare fin da subito, al fianco dei religiosi.
Fu il Padre provinciale, Padre Tommaso da Acquapendente che con il contributo della popolazione costruì il Monastero di Santa Chiara nell’anno 1333. Tale Monastero è ricordato anche da storici quali il Blaeu ed il De Rossi. Per la costruzione del Monastero fu scelto il colle poco sopra Porta Fiorentina, detto “La Cittadella”, o anche “il Poggio del Massaro”, dove in passato sorgeva l’antica fortezza. L’atto di concessione alle Monache è datato 6 giugno 1333 ed è sottoscritto da Giovanni di S. Teodoro, Cardinale Legato di S.S. Giovanni XXII.
La prima comunità di Clarisse fu formata da monache provenienti dai Monasteri di Orvieto e Bagnoregio, a cui si aggiunsero le aspiranti del luogo. con Breve del 23 dicembre 1562, S.S. Pio IV mise il Monastero di Santa Chiara sotto l’autorità e la tutela del Cardinale Sforza, Camerlengo di Santa Romana Chiesa.
Nel 1810 Napoleone Bonaparte mandò via le Monache usurpando il Monastero e la Chiesetta, razziando e devastando i beni in essa presenti. La pala d’Altare fu sottratta in quell’epoca e l’archivio del Monastero fu bruciato. Le monache fecero ufficialmente ritorno nel Monastero nel 1815, ma in realtà si sa che esse non lo abbandonarono mai, riuscendo a vivere come secolari all’interno delle Sacre Mura. Si può quindi a ragion veduta parlare di presenza ininterrotta delle Clarisse da ormai quasi 7 secoli.
L’attuale comunità monastica, dopo oltre 40 anni di aridità, si trova all’inizio di una rifioritura di vocazioni negli ultimi anni, con la benedizione di Dio, sotto lo sguardo materno dell’Immacolata.
LE CLARISSE
Con la professione della Regola di Santa Chiara d’Assisi, e pertanto radicata nell’Ordine clariano, la caratteristica della Comunità è la marianità, che si esprime in una vita religiosa di preghiera, povertà e penitenza nelle mani dell’Immacolata Madre e Regina.
La famiglia di Clarisse dell’Immacolata, come nuovo ramo dell’Ordine di Santa Chiara d’Assisi, dedita a vita integralmente contemplativa, professa l’osservanza del Vangelo secondo la Regola di Santa Chiara d’Assisi confermata da Innocenzo IV e le Costituzioni proprie, che prevedono anche il Voto di consacrazione all’Immacolata.
Non fanno parte di nessun Istituto o Famiglia Religiosa, ma unicamente dell’Ordine di Santa Chiara d’Assisi. Esse si sentono spiritualmente unite a tutti i Monasteri di Clarisse e fraternamente in comunione con l’Ordine Francescano Secolare, in modo particolare con la Fraternità di Assisi, unita al Monastero con un gemellaggio spirituale.
La Sacra Liturgia, con cui le Sorelle lodano Dio nel cuore della Chiesa, è celebrata ogni giorno in lingua latina, nella forma propria della Tradizione del nostro Monastero, e vuole essere il centro e il culmine di tutta la vita della fraternità.